lunedì 29 ottobre 2012

Underworld

Titolo: Underworld
Autore: Don De Lillo
Pag 880 (ma non scoraggiatevi)
Einaudi 1999

Per chi: mette la Storia sul piedistallo, ma allo stesso tempo vuole saperne tutti gli scheletri nell'armadio.

"Parla la tua lingua, l'americano, e c'è una luce nel suo sguardo che è una mezza speranza. È un giorno di scuola, naturalmente, ma lui non c'è proprio, in classe. Preferisce star qui, invece, all'ombra di questa specie di vecchia carcassa arrugginita, e non si può dargli torto – questa metropoli di acciaio, cemento e vernice scrostata, di erba tosata ed enormi pacchetti di Chesterfield di sghimbescio sui tabelloni segnapunti, con un paio di sigarette che sbucano da ciascuno. Sono i desideri su vasta scala a fare la storia. Lui è solo un ragazzo con una passione precisa, ma fa parte di una folla che si sta radunando, anonime migliaia scese da autobus e treni, gente che in strette colonne attraversa marciando il ponte girevole sul fiume, e sebbene non siano una migrazione o una rivoluzione, un vasto scossone dell'anima, si portano dietro il calore pulsante della grande città e i loro piccoli sogni e delusioni, quell'invisibile nonsoché che incombe sul giorno – uomini in cappello di feltro e marinai in franchigia, il ruzzolio distratto dei loro pensieri, mentre vanno alla partita."

Un libro bellissimo, pieno di incredibili intuizioni, intrecciato senza apparente filo dipanatore. Ma il nesso c'è ed è una pallina da baseball che passa tra innumerevoli mani sciogliendo il groviglio di anni,mesi, giorni dell'America del dopoguerra. Underworld perché è un mondo nascosto quello che viene raccontato, il mondo che sta sotto la nostra pelle, sotto le nostre coscienze. È il mondo delle fobie e dei desideri inconfessati, dei feticci e delle manie, un mondo fatto da immagini,come iconografiche, e da rifiuti.


  • Gusto: una tazza di caffè americano, patatine fritte, hamburger untuosi, gelatine alla frutta.
  • Olfatto: odora come un fast food, una tavola calda con le cameriere in livrea bianca e rosa.
  • Tatto: impalpabile come un unico filo di seta, eppure resistente come le cuciture intrecciate su una pallina da baseball.
  • Vista: cartelloni pubblicitari, grattacieli e highway, fabbriche e stadi, bunker antiatomici e archivi di files segreti.
  • Suono: i Rolling Stones e jingle pubblicitari; il rumore del traffico e di una folla allo stadio durante una partita; ninnananne ripetute all'infinito di madre in figlia, che liberano le parole dei loro significati e gli restituiscono il loro puro suono.

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