Titolo: Trilogia della città di K.
Autore: Agota Kristof
Einaudi Tascabili
pag 379
Per chi: esige la verità pur sapendo bene che la vita è menzogna
"Le parole che definiscono i sentimenti sono molto vaghe; è meglio evitare il loro impiego e attenersi alla descrizione degli oggetti, degli essere umani e di se stessi, vale a dire alla descrizione fedele dei fatti"
Le parole che la Kristof utilizza per scrivere questo romanzo sono asciutte e l'intreccio senza pathos. O almeno così sembra all'inizio. Si racconta di eventi macabri, scabrosi e tristi.
Niente ha nome proprio, come se, chiamando le cose e le persone con il proprio nome venisse meno l'oggettivita' della narrazione. Tutto e' infatti permeato da quest'ossessione maniacale per la verita' che spinge il lettore a dare tutto per reale, mentre invece e' tutto finzione.
In un secondo momento arrivano i nomi (proprio quando la storia si fa più soggettiva) e i gemelli protagonisti diventano Klaus e Lucas, anagramma l'uno dell'altro. Perche' Klaus e' Lucas; Lucas e' Claus così come la verita' è menzogna e la menzogna verita'. Lo stesso romanzo della Kristof, alla luce di una piú profonda ricerca, si scopre essere una semi-autobiografia.
Tutto e' il contrario di tutto e tutti sono l'ombra di tutti come in un eco incessante di rimandi.
Non solo Klaus e Lucas ci confondono (sono la stessa persona?), ma anche la Mamma riprende i tratti di Clara,Thomas porta con sè l'assenza di Lucas e ci si chiede chi ha attraversato la frontiera?chi è partito?chi è rimasto?chi cerca chi?chi mente?chi dice la verita'?chi prende il treno?chi è piú felice?chi ha sofferto di più?
Il treno, la frontiera, la casetta al limitare della foresta, il ruscello, la Grande Citta', la Nonna o anche la Strega, l'ufficiale omossesuale, il curato pedofilo, la figlia incestuosa, la matta puttana... caratterizzazioni standard, finte: è un mondo statico dove niente scorre.
Ma ci sono delle intercapedini attraverso le quali una storia filtra e contamina l'altra storia: vi sono i sogni premonitori di Lucas; vi sono le tombe del nonno materno e del padre che recano inciso lo stesso cognome doppio "con un trattino in mezzo, e quei due nomi sono i nostri nomi", Klaus-Lucas; i destini s'incrociano e Klaus vede passare dalla finestra Lucas che va a chiedere l'elemosina nelle osterie; Lucas parla a Klaus e Klaus a Lucas, o forse parlano solamente a se stessi..
Tutti questi rimandi, queste storie ripetute, riscritte, sembrano voler esaurire i ricordi di tragici eventi e i sentimenti che portano con se', come in una terapia: "a forza di ripeterle le parole poco a poco perdono il loro significato e il dolore che portano si attenua"
Perchè come ben tutti sappiamo non esiste ne' verita' ne' menzogna. Esiste solo un miscuglio delle due, la vita, nella quale ognuno cerca e dà il proprio senso alle cose.
- Gusto: e' amaro e scioccante come un caffe' bollente
- Olfatto: sa di disinfettante
- Tatto: liscio, scivoloso e gelido come una lastra di ghiaccio
- Vista: i viali in autunno con le foglie marcescenti marroni, rosse e gialle... sembrano così vivi e colorati e invece stanno per gelare
- Suono: 'Love will tear us apart' dei Joy Division; 'Marble House' dei The Knife.

Nessun commento:
Posta un commento