lunedì 29 aprile 2013

Grande seno, fianchi larghi



Titolo: Grande seno, fianchi larghi
Autore: Mo Yan
Einaudi Tascabili
Pag 899

Per chi: vuole conoscere la Storia attraverso una moltitudine di storie individuali; per chi vede nella famiglia il primo fondamento della società

"Sembra l'imperatore degli uccelli. Mentre pensava a questo, il corso dei suoi pensieri si spostò fluttuando sulle sopracciglia da fenice della terza sorella. L'uomo che le stava di fronte un tempo era appartenuto a lei (..). Ma i fatti della vita sono strani ed imprevedibili, e spesso le circostanze che portano ad un evento sono complesse e intricate. Ciò che apparteneva a lei ora appartiene a me. Ma ciò che appartiene a me, a chi apparterrà? (..) 
Dolcezze e amarezze di decine d'anni montarono nel suo cuore. Ripensò agli anni in cui aveva sconvolto il mondo cavalcando in sella al suo destriero e brandendo il fucile; ripensò ai momenti in cui vestiva sete, calzava raso e mangiava cibi raffinati. A quel tempo gli zoccoli dei cavalli erano immacolati come la neve e i mantelli sulle spalle degli uomini rossi come il sangue. Ma proprio come la fenice dispiega le sue ali e il pavone fa la ruota, l'opulenza e l'abbondanza scompaiono facilmente. La ricchezza è inconsistente come il fumo (..). 
Sono stata la pazza, sono stata la donna che ogni uomo può far sua, sono stata insultata e vilipesa da tutti. Che bilancio trarre dalla vita che ho vissuto? Buono o cattivo? Se ne analizzo gli aspetti positivi si può dire che ho vissuto meglio di chiunque altro; ma se ne esamino quelli negativi, posso parimenti affermare di aver vissuto peggio. Ma adesso devo continuare a stringere i denti e a indurire il mio cuore, per cavalcare impetuosamente insieme a Han.. "

Quasi un secolo di storia cinese raccontata attraverso l'ossessione per i seni di Jintong, unico figlio maschio tra le 8 femmine della famiglia Shangguan. 
Una storia amara e senza pietà che travolge la Cina e i nostri protagonisti senza lasciare intravedere alcuna 'terra promessa', alcuna pace nè consolazione. 
Una Cina senza sogni nè speranze, iperreale. Una Cina a cui ci si arrende e da cui non ci si può nascondere: "perché sarà fortuna o disgrazia. E se sarà disgrazia tanto non potremo fuggire".

La lezione che ne ho tratto è che non c'è niente di così terribile a cui soccombere nè niente di così perfetto in cui potercisi immergere per sempre: tutto scorre come il Jialong che bagna Dalan, prima borgo poi fattosi metropoli, passando sotto ponti di legno che cadono bruciando di grappa; sotto ponti di mattoni che esplodono portando con sè treni e ferrovie giapponesi e tedesche; sotto zattere improvvisate che liberano o condannano.
Una terra feconda e arida che toglie e che dà, come la vita. Ma non c'è lieto fine nè alcuna morale da imparare se non che bisogna stringere i denti e andare avanti senza perché, poiché la vita non dà spiegazioni.

Si percepisce qui la moltitudine di destini che popolano la Cina e l'etica comunista dove l'individuo non è che una parte della collettività, un filo d'erba in un campo, una formica in un formicaio.

Le donne: figlie, mogli e amanti, puttane e caste, matriarche impietose e madri compassionevoli, condottiere e dee, indesiderate e sognate,politicanti e assassine, ladre e vittime di stupri, temute e benvolute, picchiate e maltrattate, ma riconosciute dalla scena politica che ammette la loro schiavitù nei secoli e le libera per poi ancora imprigionarle.
Le donne sono il nido, sono il ritorno, sono coloro che sopportano e sopravvivono.
Le donne con i loro seni grandi e fianchi larghi portano sulle solo spalle il peso del mondo. 
Le donne sono madri come la terra che ci ha creato. Come la Cina che e' donna.

  • Gusto: sa di latte, il primo alimento che ognuno di noi assaggia tra le lacrime e le risa di una nuova vita;
  • Olfatto: odora di stracci sporchi, di cucina semplice, ma sopratutto sa di terra da cui nasce tutto e a cui tutto ritorna, quel sapore ferroso che ha anche il sangue, altro elemento primordiale. Sa di terra che e' sempre e sempre sara'.
    • Tatto: e' come la pelle delle donne bianca o gialla, arrossisce o sbianca, setosa oppure piena di calli e ruvida, cicatrici e rughe, buccia d'arancia e cellulite, pelle secca, pelle morbida, unta o lacerata, si smaglia e si screpola. Eppure ci avvolge e protegge sempre, come una mamma.
    • Vista: le distese sconfinate del Gaomi e della Cina, enorme. Campagna che evolve in metropoli nel giro di pochi decenni.. come cambia in fretta la vita.
    • Suono: gli uccellini che cantano e riportano le notizie da ogni parte del mondo, noi non li comprendiamo ma c'e' chi può; il fruscio delle spighe di riso e lo scorrere del fiume; spari ed esplosioni, pianti e risate e la voce della mamma che richiama i suoi cuccioli.


    lunedì 15 aprile 2013

    Il Sogno


    Titolo: Il Sogno
    Autore: Sigmund Freud
    Casa Editrice: Newton Compton
    Pagine: 123

    Per chi: Ha sempre voluto leggere "L'Interpretazione dei Sogni" di Freud ma glien'è mancato il tempo, la forza di volontà, la costanza, necessari per potersi immergere in un testo così impegnativo.

    "Si dice comunemente che i sogni disturbino il sonno; al contrario noi consideriamo i sogni i custodi del sonno".

    Con questo testo la Newton Compton ci propone una versione "semplificata" del testo simbolo delle teorie sui sogni di Sigmund Freud.
    In seguito alla pubblicazione dell'Interpretazione dei Sogni, Freud ha deciso di pubblicare un breve testo esplicativo dei suoi studi, semplificato, per renderlo accessibile ad un pubblico più ampio.

    In questo saggio  Freud ci spiega come siano vari i meccanismi che possono generare la produzione onirica nel nostro cervello durante il sonno, dai sogni derivanti da ricordi del giorno precedente, a quelli derivanti dalla censura di desideri rimossi.

    Ci indica anche come il cervello elabori e ricomponga nel sogno le informazioni inconsce, creando a volte sequenze incomprensibili dei fatti, scambi di personalità, concatenazione inspiegabile tra elementi all'apparenza distanti, attraverso i processi di condensazione, spostamento, adattamento pittorico del materiale psichico e revisione interpretativa.

    Esplica infine alcuni dei simboli tipici che si riferiscono alla vita sessuale del soggetto sognatore, potenziali cause di diverse patologie psicologiche.

    L'impossibilità di auto-analizzare i propri sogni, a causa del fatto che ci si andrebbe a  scontrare con pensieri rimossi, che non riconosceremmo o non accetteremmo in quanto sepolti nell'inconscio, fa rimpiangere il fatto di non poter far due chiacchiere con il professor Freud in persona.

    "Se comunque dovessi continuare l'analisi per conto mio, senza sottoporla ad altre persone, troverei alla fine dei pensieri che mi sorprenderebbero, di cui ignoravo l'esistenza in me, che non solo mi sarebbero estranei, ma anche sgradevoli, e che vorrei confutare energicamente, nonostante l'insistenza spietata delle associazioni di idee emerse dall'analisi"

    Gusto: medicine amare
    Tatto: un vecchio tavolo in legno rugoso
    Udito: mozart, da un vecchio grammofono
    Olfatto: vapore bianco caldo
    Vista: un mondo incantato, da sogno


    venerdì 12 aprile 2013

    Il tuo volto domani




    Titolo: Il tuo volto domani: Febbre e lancia; Ballo e sogno ; Veleno e ombra e addio
    Autore: Javier Marias
    Casa editrice: Einaudi
    Pag 372 / pag 326 / pag 537


    Per chi: vuole comprendere il proprio volto e quello di chi lo circonda imparando così a conoscere e decifrare l'animo umano e le sue possibili azioni.

    "Perche' niente dura meno dell'oggettivita'"

    “Come posso non conoscere oggi il tuo volto domani, quello che già esiste o trama sotto la faccia che mostri o sotto la maschera che indossi, e che mi mostrerai soltanto quando non me lo aspetto?”


    Qual è il tuo volto e come si trasformerà domani?
    Qual è il tuo nome tra i tanti con i quali ti chiamano?
    Quali sono le possibilità che portiamo nelle nostre vene?
    Noi sappiamo tutto da subito, istintivamente o prescientemente, ma preferiamo chiudere gli occhi di fronte alle certezze che già tutto stabiliscono. Noi vogliamo sbagliare e non rispettare l'ordine del mondo, il suo stile. Noi ricalchiamo le orme invisibili delle nostre possibilità ponendo i piedi su cio' che e' gia' li' ad indicarci il nostro futuro. Noi già sappiamo tutti i volti che potremmo assumere eppure il futuro, il passato e il presente ci disegnano in raffigurazioni che non vogliamo riconoscere: 'non sono stato io, non ero in me, non so cosa mi succede non mi riconosco, non lo sarò mai, non capiterà a me'. E nonostante il nostro voler abbagliarci, il nostro voler rimanere attaccati al personaggio che vogliamo essere ( come fosse il protagonista della nostra storia mentre gli altri ruoli che interpretiamo parti secondarie, comparse), ci ritroviamo ad essere altri ad agire in situazioni che non riconosciamo e che non vorremmo. 


    Se si pone la giusta attenzione e si dispone il proprio animo alla sincerita', si può leggere il volto delle persone e interpretare le vite e le possibilità future nelle movenze e negli occhi degli altri. A volte le persone ci ricordano altre persone come se ci fossero legami nei caratteri, nelle personalità che si manifestano attraverso correlazioni di apparenze, similitudini nei modi. E così ci ritroviamo inconsciamente a conoscere chi ancora non conosciamo e con un'occhiata sappiamo tutto di lui.


    Ed attraverso queste corrispondenze anche le personalità si contagiano e si sostituiscono e noi sostituiamo una persona perduta con una nuova: cerchiamo i volti perduti in altri volti che li rassomigliano, che prendono il loro posto nella nostra vita, che espletano il loro ruolo per noi. E così anche quando perdiamo qualcuno di importante, insostituibile (una madre, un fratello, un amore) noi lo soppiantiamo con un viso diverso, ma che ha in se' l'essenza dell'altro.
    Come se i volti, le espressioni e le movenze avessero una matrice in comune: una personalita' di base.

    E nonostante tutto cio' la vita è tradimento continuo di se stessi. E' un continuo rinnegare: 'io non sono io, non sono stato io, non ero in me'.
    Perche' non c'e' coerenza nella vita e non la si puo' trovare nelle nostre azioni che si susseguono e ci vedono rappresentare persone così diverse l'una dell'altra eppur pur sempre io, pur sempre me.

    Sono le possibilita' che portiamo nel sangue che bramano di venir espresse tutte ('io non mi limito ad esser quello, sono anche questo qui!') e si rinnegano a vicenda ('non ero io, non ero in me, non mi riconosco in cio' che ho fatto').
    Ed alle volte siamo cosi' bravi in questo non riconoscerci che col tempo davvero dimentichiamo, rimuoviamo quelle nostre azioni e ci autoproclamiamo innocenti anche di fronte a noi stessi, che pure cosi bene sappiamo di aver fatto e di aver detto e di essere stati quelli che ora non riconosciamo piú.

    Ed è in quest'ottica che non andrebbe raccontato mai niente: perche' il racconto sopravvive e smaschera gli altri nostri volti. Eppure il nostro ego vuol essere ricordato, perche' infondo e' per questa ragione che ci prodighiamo ad essere tutti i nostri volti, per essere fino infondo noi e per essere fino infondo capiti e ricordati.


    Il primo volume di questa trilogia nasce appunto dall'esigenza di silenzio: "non si dovrebbe raccontare mai niente.. raccontare e' quasi sempre un regalo, compreso quando porta e inietta veleno il racconto, e' anche un vincolo e un concedere fiducia, e rara e' la fiducia che prima o poi non si tradisca, raro il vincolo che non si aggrovigli o non si annodi, e percio' finisca per stringere e si debba tirare di coltello o di lama per reciderlo."
    "Qualsiasi cosa dica verra' usata contro di lei" come se qualsiasi cosa venga detta sia nociva, anche le piu' veritiere ci incolpano ed e' meglio tacere ("Taci, e allora salvati")

    Ma ogni negazione e ogni cancellazione, come una macchia di sangue sul pavimento, lascia sempre un cerchio, un alone che macchia indelebilmente e che resiste persino alla nostra memoria. Un cerchio, un alone che dicono "io c'ero, sono esistito, e' successo".
    E così si compie quest'eterna lotta tra la memoria e l'oblio che infine si mescolano e confondono: poichè le idee, così come le parole, volano e infettano, contaminano, non hanno possesso, nè conoscono proprietà privata ed un giorno, esattamente come il tuo volto, ti smentiranno, incolperanno il tuo oggi con le azioni del tuo ieri, perche' tu sei sempre tu e il tuo volto è sempre il tuo, ma assume altri significati, altri scopi, altre personalità.


    • Gusto: e' come un mix di spezie che coprono il sapore di marcio, curry fatto con sapori provenienti da ogni parte del mondo; dolceamaro sapore di un caffe' zuccherato ma non troppo; agrodolce come una limonata. 
    • Tatto: la lama di un coltello fredda e lucente che serve a tagliare carne, viva o morta. 
    • Olfatto: odore di polvere da sparo e di fango; di colletti inamidati e dopobarba. 
    • Vista: una Londra grigia sotto la pioggia e una Madrid abbacinata dal sole a picco: in entrambe le immagini sono sfuocate o per la pioggia che non lascia vedere o per il sole che abbaglia. 
    • Suono: il suono di diversi idiomi che dicono gli stessi concetti; una ballata inglese medievale triste e malinconica.


    martedì 9 aprile 2013

    L'uomo della città vecchia




    Titolo: L'uomo della Città Vecchia
    Autore: Enrico Franceschini
    Edizioni: Feltrinelli
    Pagine: 232


    Per chi: ama Gerusalemme e crede che la convivenza tra le tre maggiori religioni monoteiste possa esistere, rendendo la Città Vecchia la città dell'Amore, e non dell'odio e dell'intolleranza.

    "Si ritrovano all'aperto. L'uomo che li ha salvati li fa passare poi torna dentro."Shalom" gli dice Maya, guardandolo fisso negli occhi "Salam" risponde quello, con una strizzata d'occhio."Amen" commenta padre Marulli, trascinando via i suoi compagni verso la porta di Erode, oltre le mura, in salvo, fuori dalle inside della città vecchia".

    Un giallo aavvincente, che prende vita tra le vie di pietra della città più intensa del mondo, Gerusalemme.
    La trama coinvolge le tre religioni che hanno avuto la loro origine nella Città Santa: Cristianesimo, Ebraismo, Islam.
    Un fatto reale, punto fondamentale nella storia delle religioni, quale è stato la visita del Pontefice Giovanni Paolo II in Israele, fa da sfondo alla vicenda.
    Sono coinvolti i servizi segreti delle tre fedi, per sventare un complotto che comprometterebbe i buoni rapporti che, per quanto di facciata, la politica Israeliana e Palestinese sta cercando di costruire con il cattolicesimo, e per assurdo, la causa di tutto ne è anche la soluzione.

    La lotta, l'odio, l'intolleranza che generano le divisioni interne causa del complotto , verranno sgominate solo grazie all'unione e collaborazione tra esponenti delle tre fedi.

    Affiancando ai fatti politici un ricco messaggio religioso, l'autore mostra come l'amore e la collaborazione possano essere l'unica soluzione di un conflitto, quale è quello del Medio Oriente, che da anni affligge il popolo israleo-palestinese, e riguarda tutto il mondo.

    Le magiche ed evocative descrizioni di Gerusalemme riescono a trasmettere l'intensa spiritualità che si respira tra le mura di pietra bianca della Città Vecchia, con i suoi quartieri Ebreo, Cristiano, Musulmano e Armeno.
    I loro vicoli sono confini non tracciati ma ben definiti tra culture e religioni, tra i quali però si riescono a  cogliere nelle intersezioni dei piccoli gesti quotidiani di collaborazione e gentilezza, dai quali forse si dovrebbe partire per credere che una convivenza pacifica, realmente, possa esistere.

    Gusto: Kebab, falafel, hummus e tajine
    Olfatto: Spezie, di ogni genere, colorate e profumate
    Vista: il bianco delle pietre e il caos dei tipici vicoli dei suq arabi
    Tatto: un sottile strato di sabbia portato dal vento che si poggia sulle dita
    Udito: il tintinnare di un mazzo di chiavi e di un grande portone che si apre scricchiolando, con un sottofondo di zoccoli di un asino che traina un carretto.