mercoledì 9 gennaio 2013

Miele



Titolo: Miele
Autore: Ian McEwan
Edizioni: Einaudi
Pagine: 351


Per chi: Non crede nelle apparenze e tende a pensare che ci sia sempre qualcosa sotto...


"Mesi, e dopo anni più tardi, dopo tutto quello che accadde, ogni volta che mi svegliavo di notten e avevo bisogno di conforto evocavo quel tardo pomeriggio d'inverno, io tra le sue braccia e lui che mi baciava la faccia, e continuava a ripetermi quanto ero stata sciocca, quanto gli dispiaceva, e quanto mi amava."


Ian McEwan si dimostra ancora una volta un vero genio della narrativa.
Nel suo ultimo romanzo "Miele" la protagonista, Serena Frome, è una spia dei servizi segreti inglesi, ma non ha nulla di ciò che una vera spia dovrebbe avere.
E' un personaggio "semplice", una ragazza ingenua, che si fida del suo prossimo, che crede in ciò che vede, sente o legge, come potrebbe essere una qualsiasi ragazza appena uscita dall'università.

Serena ha frequentato la facoltà di matematica, per un capriccio della madre, ma la sua vera passione è la letteratura. Seguire il suo sogno proobito la porterà a conoscere un uomo, che la istruirà, la formerà, culturalmente e sentimentalmente, la crescerà durante una calda estate,  per poi lasciarla nelle mani di persone che la useranno e la muoveranno come un burattino.

Ian McEwan, anche attraverso racconti nel racconto, traccia con grande abilità molte trame, ed infine tira le fila del suo romanzo con un'abilità da maestro, che ricompone un puzzle complesso, lasciando il lettore, per quanto mi riguarda, ampiamente soddisfatto e sorpreso.

I suoi personaggi vivono sensazioni comuni  ma a volte difficili da evidenziare perchè troppo recodite ed inconsce.
Interessante come spesso Serena si perda in una paura estrema, paralizzante, che la fa sporofondare in ciò che l'autore definisce oblio: la sua mente si astrae completamente dalla realtà immaginando una vita parallela, in quel momento fortemente reale o realizzabile, per ripiombare poco dopo nel suo tempo, con un enorme peso nel cuore.

"Mi vedevo illuminata da un pallido sole, spogliata di ogno obbligo o legame, camminare senza bagaglio per una stretta strada lungo una baia sabbiosa, con l'armeria e il ginestrone e un pino solitario, una strada che si inerpicava su un promontorio fino a una chiesa di campagna immacolata nel cui minuscolo cimitero c'era una lapide nuova, e un vaso di campanule lasciato dalla domestica."

Gusto: agrodolce
Udito: un sussurro di molte voci confuse, pensieri
Tatto:  una camicetta di seta
Vista: grigio

Olfatto: smog e umidità

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