martedì 27 novembre 2012

Il filo del rasoio


Titolo: Il Filo del Rasoio
Autore: W. Somerset Maugham
Edizioni: Adelphi 2005
Pagine: 396

Per chi: non ha paura di avventurarsi nei sentieri nascosti che, dalla strada maestra, portano alla Verità, o alla propria verità.

"L'amore, se non è passione, non è amore, ma qualcosa d'altro; e la passione si nutre non di appagamento ma di ostacoli"


America, Chicago, anni '20. Nel primo dopoguerra Larry, un giovane sopravvissuto alla guerra grazie al sacrificio di un amico, decide di abbandonare tutto ciò che la sua agiata e fortunata vita gli offre per camminare su filo del rasoio. Un filo che lo porterà prima in Francia, tra artisti e alcolizzati bohèmiennes, poi in Germania a scavare in una miniera ed infine alla ricerca del suo Dio in India. 
Larry è il primo beatnik: mette in discussione le tradizioni, si ribella al conformismo alienante della società e parte per un viaggio alla ricerca di una maggior consapevolezza interiore.
“Difficile è il passo sul filo tagliente di un rasoio: così i saggi dicono che ardua è la via della salvezza” dice in epigrafe l'autore citando i testi dell'Upanishad indiana. Ed è difficile proprio perchè si va contro ciò che la società si aspetta da noi, si va contro ciò che noi stessi ci aspettiamo dalla nostra vita, ma è l'unica via per scoprire ed esperimentare tutto ciò che non è scontato,banale, tutto ciò che ancora non sappiamo. Può finire in tragedia (con un rasoio ci si può tagliare e anche uccidersi), perdendo tutto e sè stessi, ma chi con forza d'animo e sicurezza cerca l'Assoluto sa che non perderà mai niente. Vivere è sperimentazione e non ricalcare le linee già tracciate per noi. Chi ama la vita, l'ama con passione, quella passione che, come dice l'autore, non si nutre di appagamenti, ma di ostacoli (di cui appunto la vita abbonda) che ci permettono di metterci in discussione e di evolvere, così come succede nella teoria darwiniana: perchè noi tendiamo all'Assoluto e alla Perfezione.



  • Gusto: ha il gusto di sontuosi pranzi, ma anche di pic-nic e di digiuni. 
  • Olfatto: odora di carbone, di un buon bicchiere di Bordeaux, di riso basmati.
  • Tatto. una camicia inamidata, bianca,dura e artificiosa; una sari indiano, fluente, confortevole e coloratissimo
  • Suono: l'euforia del charleston e le cantilenanti preghiere indù
  • Vista: la prima guerra mondiale, gli aerei, le incursioni,gli spari, le bombe; la rivoluzione industriale, le ciminiere, i treni veloci; la ricchezza delle case coloniali americane, con servitù in livrea; Parigi e le sue strade contorte che portano a cafè poetici e trasandati; l'India, colorata e puzzolente, piena di vita e morte, di atrocità e di miracoli.



mercoledì 14 novembre 2012

Il diavolo sulle colline


Titolo: Il diavolo in collina
Autore: Cesare Pavese
Edizioni: Eiunaudi 2006
Pag 154


Per chi: tra natura e società, la perdita e il ritrovo, follia ribelle e smania di saggezza vive cercando le risposte alle grandi domande

“Queste notti moderne- disse Pieretto, sono vecchie come il mondo.”

Tre amici, studenti di Torino, vagabondano per le strada della città e per le campagne che la circondano, alla ricerca di gozzovigli e verità. Scoprono la vita come un bambino quando per capire come funziona un giocattolo lo distrugge: lo apre e, dopo aver vivisezionato tutte le sue piccole parti, non funziona più.
Poli, figlio di papà milanese, ha tutto ma non sa niente perché tutto ciò che ha gli è stato regalato. Ed è lui il Diavolo che spinge, i tre giovani, fino ad ora cercatori di saggezza nella vita quotidiana e nel crescere, alla perdizione senza scopo e senza guadagno. Ancestrale confronto/scontro tra la forza della natura e la sovrastruttura umana, stupisce la riflessione sul fatto che la ribellione, i bagordi e ciò che noi giovani del 2000 valutiamo come nostro modo folle di essere giovani e di rompere tutti gli schemi sia identico a quello dei nostri coetanei di tutte le ere: la scopera del sesso delle droghe, dell’ alcol,dell’amore, del dolore e della felicità, ma soprattutto della libertà di plasmare la propria vita a proprio piacimento.

  • Gusto: ha il sapore di vino novello, di carne selvatica, dolce come il Moscato e amaro come la cocaina. 
  • Olfatto: putre e marcio come rami e foglie messi a marcire nella terra umida, all’ombra di grandi alberi scuri
  • Tatto: pizzica come un tailleur di tweed, raffinato e scomodo
  • Suono: un grammofono anni ’50 che gira senza disco, la puntina stride e scoppietta 
  • Vista: le colline del Piemonte, nascoste alla vita moderna, sinuose salgono e scendono in un movimento sessuale che alla luce del giorno stona con la semplicità degli abitanti di queste terre.


venerdì 2 novembre 2012

La Mente Estesa






Titolo: La Mente Estesa
Autore: Rupert Sheldrake
Casa Editrice: Urrà
Pagine: 364

Per chi: Non crede negli incontri casuali, ha pensato a qualcuno che dopo poco gli ha telefonato, si è sentito osservato in mezzo a una folla di gente.

“Riconoscere che la nostra mente si estende ben oltre il cervello è liberatorio. Non siamo più imprigionati nel cerchio ristretto del nostro cranio, le nostre menti separate ed isolate le une dalle altre. Non siamo più alienati di nostri corpi, alienati dal nostro ambiente e dalla nostra specie. Siamo interconnessi.”

Un saggio scorrevole che tratta tematiche su cui tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo riflettuto.
Telepatia, precognizione, senso di essere osservati.
Il tuo cane si piazza davanti alla porta mezz’ora prima che tuo marito rientri a casa, e lo fa solo con lui.
Pensi ad un tuo amico/a a cui sei molto legato, e dopo poco questo ti chiama al telefono o ti scrive una mail.
Sei per strada, incurante di tutto a parte forse della vetrina che stai guardando, e d’improvviso, senza pensarci, ti giri a guardare qualcuno che ti stava osservando, perché in qualche modo l’hai percepito.
Pensi a qualcuno, giri un angolo e lo incontri.
Sono casualità? Fenomeni che la scienza ritiene senza peso in quanto non dimostrabili scientificamente secondo alcuni?
Sono vecchie credenze, retaggi  degli antichi popoli o del medioevo?
E il malocchio, è solo una superstizione?
Secondo il BIOLOGO Rupert Sheldrake no!
Queste e molte altre capacità dell’uomo sono il frutto della sua “mente estesa”, che purtroppo negli ultimi secoli è stata molto trascurata, e spesso sostituita dalla tecnologia.
Questo è un testo davvero interessante che, sostenuto da un’ampia quantità di esperimenti e dalle metodologie usate per svolgerli, riesce forse a convincere anche i più scettici che non siamo solo dentro il nostro cranio. Probabilmente siamo molto più fuori.
E una volta entrati in questo tipo di percezione di noi stessi, non si riesce più a non far caso a molte cose che sono sempre state archiviate dal cervello come “totale casualità, paranoia, idee non reali.”

  • Gusto: caramella un po' finta, chimica
  • Tatto: vetro freddo e sottilissimo
  • Vista: Fringe - serie tv che tratta di queste tematiche
  • Olfatto: odore di laboratorio, sterile e un po' inquietante
  • Udito: voci di molte persone, dentro la propria testa