venerdì 25 ottobre 2013

Le braci



Titolo: Le braci
Autore: Sandor Màrai
Casa Editrice: Adelphi
Pagine  181

Per chi: cerca di dare un significato agli accadimenti della propria vita e riflette su ogni scelta

"Quando il destino, sotto qualsiasi forma, si rivolge direttamente alla nostra individualità, quasi chiamandoci per nome, in fondo all'angoscia e alla paura esiste sempre una specie di attrazione, perché l'uomo non vuole soltanto vivere, vuole anche conoscere fino in fondo e accettare il proprio destino, a costo di esporsi al pericolo e alla distruzione."

Cos'è l'amicizia? su cosa si basa? sugli elementi che si hanno in comune o sulle diversità? sulla simpatia o su di un pizzico di eros? é più forte l'amicizia o l'amore? 

La vita ha separato Henrik e Konrad ed ha trasformato la loro esclusiva ed indissolubile amicizia giovanile in un odio altrettanto inestinguibile.
Le braci sono ciò che resta di quel fuoco divampante che era il loro legame, ora tenue tepore che tuttavia li scalda e mantiene in vita. Dopo quarantun anni infatti, come due magneti posti agli estremi del mondo, essi si riattraggono e si ricongiungono per concludere ciò che era stato lasciato in sospeso. Hanno atteso tutta una vita l'uno per porre delle domande e l'altro per dare delle risposte. 
Che cosa ha davvero importanza: la ricchezza? l'onore? i tradimenti? le gelosie? le vendette? le fughe? le attese? o l'amore e l'amicizia che si è provata? cosa dà senso alla vita? il contenuto o l'epilogo o il movente?
Le braci siamo noi, quando oramai invecchiati, conserviamo solo più la memoria di quelle passioni che scaldano e bruciano; quando le domande che ci hanno ossessionato per tutta la vita non hanno più bisogno di risposte perchè le risposte stanno nella vita stessa.  

"Alle domande più importanti si finisce sempre per rispondere con l'intera esistenza. Non ha importanza quello che si dice nel frattempo, in quali termini e con quali argomenti ci si difende. Alla fine, alla fine di tutto, è con i fatti della propria vita che si risponde agli interrogativi che il mondo ci rivolge con tanta insistenza." 
  • Gusto: è un piatto ormai freddatosi che ha perso tuuta la ricchezza di sapore originaria
  • Olfatto: è una bottiglia di vino aperta da troppo tempo che non presenta più alcun bouquet di profumi ne' sentori
  • Tatto: un tenue fuoco che si sta spegnendo a cui noi tendiamo le mani, e ancora scalda
  • Vista: un castello, una volta pieno di vita ed ora abbandonato; lo sfarzo dimenticato e sepolto sotto la polvere
  • Suono: la polonaise di Chopin

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