lunedì 28 ottobre 2013
Ritorno a Baraule
Titolo: Ritorno a Baraule
Autore: Salvatore Niffoi
Editore: Adelphi
Pagine: 199
Per chi: ha voglia di un assaggio di Sardegna, quella vera, dell'entroterra, dell'oristanese, degli storpi e dei poveri, quella dei piccoli paesi e delle storie raccontate.
"Pro Juanne Franzisco Arrampiles, mortu sensa sacramentos et sensa testamentu, pro s'imperadore Carlo V, mirador de su alma. Precamus! Pro Sisinniu e Sidora, mortos de istocadas e sensa extrema uncione. Precamus! Pro Bertu Mazza, mortu de balla et moliu che preda. Precamus! Pro Carmine Pullana, figiu de chie non d'ischiti. Precamus!"
Carmine Pullana, un eroe del suo paese, Baraule, tanto denigrato da bambino quanto celebrato da adulto, ci accompagna attraverso una Sardegna che non conosciamo, un luogo crudo, duro, freddo.
Un luogo dove un uomo che cerca il suo passato, un uomo solo e debole, si scontra con le bugie o le mezze verità della gente di paese, ognuna con il suo ruolo, la sua etichetta, la sua posizione da salvare, il suo ego da alimentare.
Le dinamiche tipiche dei piccoli posti, sono raccontate da Salvatore Niffoi con la durezza che solo un sardo può conoscere. Le metafore che utilizza e le similitudini rimandano sempre a scenari freddi, bui, solitari e pietrificati, dove l'unico conforto che un uomo solo, o un adolescente innamorato e deluso, possono trovare, è tra le cosce della bagascia di paese del momento.
Ma Carmine nella sua ricerca, nel suo viaggio, qualcosa l'ha trovato.
Lui, che è vissuto con la consapevolezza di essere un bastardo, un figlio dell'odio, del tradimento, della menzogna, ha scoperto che in realtà lui era figlio dell'amore, e che sotto le menzogne e la durezza, il distacco e l'egoismo di chi l'ha accompagnato nel suo viaggio, c'era una consapevolezza ed una conoscenza della verità che come un caldo abbraccio l'hanno accompagnato fino al mare.
"Siamo contente che lei sia venuto qui a cercare se stesso, perché quando ci si smarrisce s'incontra spesso la mano misericordiosa del Signore".
Gusto: beh, salsiccia e pecorino, con un bicchiere di cannonau
Tatto: granito, freddo
Olfatto: il fumo del fieno bruciato ad inizio ottobre
Vista: alte montagne grigie che si sciolgono nel mare
Udito: l'eco, eco di voci lontane, che raccontano il passato
venerdì 25 ottobre 2013
Le braci
Titolo: Le braci
Autore: Sandor Màrai
Casa Editrice: Adelphi
Pagine 181
Per chi: cerca di dare un significato agli accadimenti della propria vita e riflette su ogni scelta
"Quando il destino, sotto qualsiasi forma, si rivolge direttamente alla
nostra individualità, quasi chiamandoci per nome, in fondo all'angoscia e
alla paura esiste sempre una specie di attrazione, perché l'uomo non
vuole soltanto vivere, vuole anche conoscere fino in fondo e accettare
il proprio destino, a costo di esporsi al pericolo e alla distruzione."
Cos'è l'amicizia? su cosa si basa? sugli elementi che si hanno in comune o sulle diversità? sulla simpatia o su di un pizzico di eros? é più forte l'amicizia o l'amore?
La vita ha separato Henrik e Konrad ed ha trasformato la loro esclusiva ed indissolubile amicizia giovanile in un odio altrettanto inestinguibile.
Le braci sono ciò che resta di quel fuoco divampante che era il loro legame, ora tenue tepore che tuttavia li scalda e mantiene in vita. Dopo quarantun anni infatti, come due magneti posti agli estremi del mondo, essi si riattraggono e si ricongiungono per concludere ciò che era stato lasciato in sospeso. Hanno atteso
tutta una vita l'uno per porre delle domande e l'altro per dare delle
risposte.
Che cosa ha davvero importanza: la ricchezza? l'onore? i tradimenti?
le gelosie? le vendette? le fughe? le attese? o l'amore e l'amicizia che
si è provata? cosa dà senso alla vita? il contenuto o l'epilogo o il movente?
Le braci siamo noi, quando oramai invecchiati, conserviamo solo più la memoria di quelle passioni che scaldano e bruciano; quando le domande che ci hanno ossessionato per tutta la vita non hanno più bisogno di risposte perchè le risposte stanno nella vita stessa. "Alle domande più importanti si finisce sempre per rispondere con l'intera esistenza. Non ha importanza quello che si dice nel frattempo, in quali termini e con quali argomenti ci si difende. Alla fine, alla fine di tutto, è con i fatti della propria vita che si risponde agli interrogativi che il mondo ci rivolge con tanta insistenza."
- Gusto: è un piatto ormai freddatosi che ha perso tuuta la ricchezza di sapore originaria
- Olfatto: è una bottiglia di vino aperta da troppo tempo che non presenta più alcun bouquet di profumi ne' sentori
- Tatto: un tenue fuoco che si sta spegnendo a cui noi tendiamo le mani, e ancora scalda
- Vista: un castello, una volta pieno di vita ed ora abbandonato; lo sfarzo dimenticato e sepolto sotto la polvere
- Suono: la polonaise di Chopin
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